martedì 14 dicembre 2010

14/12

Regimi di cartapesta e compravendita dei deputati

Oggi 14 dicembre 2010 in Parlamento si è votata la mozione di sfiducia al governo Berlusconi.

Per tre voti di scarto Silvio Berlusconi incassa la fiducia anche alla Camera dei Deputati. Una "maggioranza" che non garantirà stabilità e che spingerà a un rimpasto dell’esecutivo, ma lo scontro con Gianfranco Fini è stato vinto dal premier proprio grazie alle finiane Polidori e Siliquini che hanno votato no alla mozione di sfiducia sostenuta da Futuro e Libertà -.- . Alla fine il risultato è 314 a 311, con due astenuti. Intanto Gianfranco Fini ha fatto sapere di non essere intenzionato a dimettersi. Nell'opposizione invece Antonio Di Pietro dice: “Al di là del computo dei venduti, c’è una sconfitta politica del governo e dunque il premier deve prendere atto che la maggioranza politica non c’è più”. Dunque – ha proseguito Di Pietro - “il premier e’ a un bivio: restare dov’è con un governicchio per avere il lodo Alfano o andare dal presidente della Repubblica e avviare la crisi per verificare se c’e’ una maggioranza politica”. In caso contrario, “si va al voto e per noi prima ci si va e meglio è”.

Nelle città italiane dove in mattinata erano partiti cortei di studenti, immigrati, cassa integrati e disoccupati, in particolare a Roma dopo il voto di fiducia, si scatena una vera e propria guerriglia urbana,scontri tra studenti e polizia, sassaiole, bombe carta, camionette della polizia incendiate, si contano 40 feriti.
G.C.

domenica 14 novembre 2010

Lo sfiduciamo si o no questo dannato governo?

Il teatrino

Alla convention milanese del Pdl, intervenendo telefonicamente, Berlusconi si dice sicuro che il suo governo otterrà la fiducia sia a Palazzo Madama che a Montecitorio. Ignazio La Russa intanto rilancia un'ipotesi paventata inizialmente : "Se così non fosse, credo che dovremo andare di nuovo a votare, ma solo per la Camera". Sull'ultima esternazione del premier parla Bossi: "Berlusconi vuole andare al voto, perciò gioca al ribasso, io giocherei invece al rialzo". Poi aggiunge che Fini, a suo parere, non è contrario a Berlusconi premier. "Me lo ha detto lui, e io sto alle sue parole":. Forse un modo per riaprire alla possibilità di una crisi "pilotata" che cambi ministri e base parlamentare all'esecutivo. . "L'ipotesi del solo scioglimento della Camera in caso di sfiducia è un escamotage che ha il solo obiettivo di tranquillizzare quei senatori pronti a sostenere un percorso di responsabilità che eviti al Paese l'ennesima campagna elettorale", dice Italo Bocchino,"Se la risposta di Berlusconi a una crisi di governo ormai conclamata è questa - prosegue - c'è da preoccuparsi seriamente per le istituzioni e per la soluzione dei problemi degli italiani. Restiamo convinti che sarebbe opportuna una scelta nell'interesse dell'Italia, con le dimissioni del governo e l'avvio di un percorso virtuoso che richiami tutte le forze politiche alla responsabilità verso i cittadini", si legge su Repubblica. Ma cosa diamine aspettano a far cadere questo dannatissimo governo? Berlusconi fino ad ora non ha fatto altro che promettere, promettere e promettere ancora, l'unica cosa di sostanziale che ha fatto è stata quella di TAGLIARE fondi ai servizi pubblici come la scuola, la ricerca e quant'altro. Non è concepibile che una persona come quella sia ancora capo del governo con tutte le porcate che ha fatto e che continua a fare! BASTA non ne possiamo più!

G.C.


« Dicono che noi rivoluzionari siamo romantici. Sì, è vero, ma lo siamo in modo diverso, siamo di quelli disposti a dare la vita per quello in cui crediamo. » (Ernesto Che Guevara)

martedì 9 novembre 2010

Vieni via con me


Io resto!
Ritratto dell'Italia. . .

E' la prima puntata di "Vieni via con me" OVVIAMENTE su Rai3, con Fabio Fazio e lo scrittore, Roberto Saviano. Quest'ultimo, apre la puntata con una metafora riflessiva: "La macchina del fango". Spiega il meccanismo della diffamazione, cita il caso Boffo, Caldoro e la casa di Montecarlo e mette in guardia dicendo: "Un conto è la privacy, un altro è scegliere le proprie amiche da cadidare, un'altra finire nelle mani di estorsori: questo smette di essere privacy e diventa condizionamento della cosa pubblica". Un tuffo nella storia, ricordando Giovanni Falcone, l'intervento a dir poco meraviglioso del grande Roberto Benigni che come suo solito travolge, trascina e infine emoziona esponendo il caso Ruby fino a cantare la canzone "Vieni via con me" che dà il titolo al programma. E ancora l'ironia coraggiosa con cui Nichi Vendola sciorina ventisette modi per dire omosessuale, ma pure le drammatiche forme di "espiazione" loro riservate. Tutto vero, tutto meravigliosamente perfetto. E' l'Italia che volevo, l'Italia che mi mancava. Ieri ho visto e sentito finalmente quella voglia di ribellione, quell'aspetto rioluzionario italiano a cui non credevo più.

G.C.

« Dicono che noi rivoluzionari siamo romantici. Sì, è vero, ma lo siamo in modo diverso, siamo di quelli disposti a dare la vita per quello in cui crediamo. » (Ernesto Che Guevara)

Pompei? Qua ci cade pure l'Obelisco

Pompei? Qua ci cade pure l'Obelisco
Si sono staccati frammenti di marmo da uno dei monumenti più celebri della città di Napoli, l'Obelisco dell'Immacolata, piazza del Gesù, realizzato per iniziativa dai padri gesuiti nel '600. L'allarme sarebbe stato dato dal proprietario dell'edicola a pochi metri dall'obelisco. La caduta dei frammenti ha provocato l'intervento dei vigili del fuoco che hanno transennato la base dell'obelisco.
G.C

« Dicono che noi rivoluzionari siamo romantici. Sì, è vero, ma lo siamo in modo diverso, siamo di quelli disposti a dare la vita per quello in cui crediamo. » (Ernesto Che Guevara)

lunedì 8 novembre 2010

Emergenza rifiuti


Emergenza rifiuti del 2008, sindaci indagati
tra cui anche Rosa Russo Iervolino

Il PM Francesco Curcio, in queste ore, sta investigando sull'emergenza rifiuti del 2008 e tra gli indagati ci sarebbero diversi sindaci tra cui anche il primo cittadino Rosa Russo Iervolino.
l'accusa nei confronti dei sindaci è di non avere preso sufficienti provvedimenti per evitare il diffondersi di malattie contemporanea alla la presenza di cumuli di rifiuti nelle strade.
Quindi, secondo il PM, l'aumento delle malattie in quel periodo sarebbe dovuto all'emergenza rifiuti.
G.C.

« Dicono che noi rivoluzionari siamo romantici. Sì, è vero, ma lo siamo in modo diverso, siamo di quelli disposti a dare la vita per quello in cui crediamo. » (Ernesto Che Guevara)

domenica 7 novembre 2010

Fra le nuvole e i sassi

Fra le nuvole e i sassi: Vivere a Napoli oggi. . .


Camorra, rapine, aggressioni, rapimenti. . e la Napoli di sempre. “Ragazzini che sognano di diventare killer. Boss che si fanno imprenditori. Coca a ogni angolo. Rifiuti ovunque”, scrive Roberto Saviano, descrivendo l’altra parte della città di Napoli, che purtroppo, è nota a tutti. Possediamo una delle città più belle del mondo, una delle culle della cultura greca, romana e medievale, che però deve essere martoriata da individui disonesti che hanno come scopo quello di far del male al prossimo pur di arricchirsi ed arrivare ad una sorta di potere personale. Come può un turista venire a visitare questa città quando io stessa, da napoletana, camminando per strada tengo stretta la borsa e nascondo il cellulare? Perché dobbiamo avere paura? Perchè non possiamo vivere serenamente nella nostra città come tutti? L’arcivescovo di Napoli, C. Sepe dice che “..quel che è peggio è che non sempre nei suoi cittadini c’è una coscienza forte, capace di reagire al degrado..”, ma è chiaro visto che, alla signora borghese non interessa perché ciò non la tocca assolutamente, lo stesso vale per il cittadino medio, l’importante è che nella sua famiglia tutto è a posto e che tra le sue cose non manchi nulla e al “povero” anche se quello che succede non gli sta bene, non gli conviene esporsi, e poi perché dovrebbe? Ragionamenti che hanno il loro senso sotto un marginale punto di vista, ma che ci fanno vedere chiaramente da dove provenga la parola omertà. “Il fulcro dell’economia e della camorra è la sua forza imprenditoriale, una forza che si innesta anche nell’economia del Nord Italia, irradiandosi in Asia, in America e tutta l’Europa”, scrive ancora Saviano, ma una verità di fondo c’è, c’è sempre. Lo stato sa e permette, permette da sempre. L’imprenditore del Nord, i suoi rifiuti radioattivi, li vende alla camorra che li getta amenamente nelle campagne di Napoli. La camorra è ramificata ovunque e se la coscienza forte manca non solo al napoletano, ma anche al resto degli italiani, compreso lo stato, con quale forza e unione crediamo di sconfiggerla? “In questa città tutto è esagerato, dai tramonti alle piogge, dai grandi palazzi ai vicoli, dalla bellezza alla ferocia” questo è quanto scritto da G. Bocca e riflettendo su questo diciamo che in una città dove tutto è permesso, tutto è normale, inutile scandalizzarsi e far scalpore, la criminalità è presente ovunque, dal proprietario di un negozio che paga il pizzo al Presidente della Regione che da anni, a prescindere dall’orientamento politico, in qualche modo, ha rapporti con la criminalità organizzata. In un modo poco pessimista e molto realista sostengo che la città di Napoli sia perduta, perché non le cambieresti nulla, all’infuori dei suoi cittadini.

G.C.


« Dicono che noi rivoluzionari siamo romantici. Sì, è vero, ma lo siamo in modo diverso, siamo di quelli disposti a dare la vita per quello in cui crediamo. » (Ernesto Che Guevara)

Corteo Anarchici 6/11/10 Napoli

Napoli, corteo anarchici contro la repressione


Il corteo è partito da piazza Mancini, vicino alla Stazione centrale, diretto in piazza Dante. Alla testa, dietro uno striscione sul quale è scritto «Le lotte non si processano», si sono collocati diverse decine di manifestanti vestiti di nero e con il volto coperto da caschi.


Tra i gruppi presenti il «Sindacato lavoratori in lotta» ed i «Carc», «Comitati di appoggio alla resistenza comunista». Un manifestante ha infranto una vetrina dell' agenzia «Unicredit», altri hanno preso di mira il «Monte dei Paschi di Siena». Anche qui, una vetrina è stata infranta e la telecamera esterna è stata messa fuori uso.


Gruppi di manifestanti provenienti anche da Pistoia ed altri centri della Toscana, Torino e Roma. Tante bandiere nere dell’ anarchia, e la presenza dei disoccupati. Quelli dei “Banchi nuovi”, hanno sfilato con cinque gabbie. Su ciascuna una scritta: “operaio”, “precario”, “disoccupato”,”immigrato” “studente”.Uno striscione chiedeva libertà per “Tonino”, Antonio Mescia, arrestato il 26 luglio per il ferimento di un giovane aderente a “Casa Pound” durante il corteo per il primo maggio a Napoli.

G.C.

lunedì 25 ottobre 2010

"Inferiori" in tutto

Gente di " Provincia "

La città antica nasce con l’agricoltura, anche se al giorno d’oggi vediamo la zona agricola e quella urbana nettamente contrapposte. Nel corso della storia si è sviluppata la civiltà (politica, civile e urbana termini che attribuiscono alle città la testimonianza del rango superiore rispetto alle campagne) che ha contribuito alla nascita di cultura e comunità formando talvolta delle megalopoli. “Negli ultimi decenni ci siamo trovati a fare i conti nelle città europee con il traffico automobilistico, il degrado e la manomissione dei Centri storici” si legge su Città e Dintorni di L. Malerba ed effettivamente è così. Con il XX secolo abbiamo dovuto fare i conti con l’urbanesimo che ha prodotto fenomeni di gigantismo umano che spesso, hanno compromesso la qualità della vita, incrementando il degrado urbano, l’inquinamento, criminalità e migrazioni. “All’inizio del XX secolo le città europee sono delle città socialmente settorializzate, esclusivamente su basi qualitative: quartieri di lusso e quartieri operai/poveri” scrive P. Gorge nell’Encliclopedia delle scienze sociali e anche oggi, ma non sempre, possiamo dire che non è cambiato nulla. Spesso nell’area urbana risiedono persone di cultura che possono permettersi il carovita della città, lasciando la periferia della zona urbana, spesso povera e degradata, alle persone meno abbienti. La periferia è “altro dalla città”; “incompiutezza, disordine, irriconoscibilità, bruttezza” la definisce F. Perego in effetti, la periferia tutt’ora è considerata quasi come estranea alla città, è una parte non importate che spesso non viene apprezzata, ma anch’essa come la zona urbana è un luogo di vita per molte persone. Ciò che invece ritiene Piano è molto interessante. Dice che se non si inizia a riqualificare la città, ma soprattutto la periferia, alle nuove generazioni lasceremo un anarchia sociale allo sbando, inoltre aggiunge che ogni angolo di territorio urbano che torna a vivere è anche un’opportunità economica per tutti, a cominciare dagli architetti e se davvero riuscissimo a far funzionare ogni luogo si potrebbe evitare il 30% della disoccupazione giovanile. P. Portoghesi invece su “La riqualificazione delle città in Europa” sostiene che nel bene o nel male dobbiamo vedere anche gli aspetti positivi delle periferie perché in un modo o nell’altro siamo stati noi ad averle costruite e dovremmo guardarle con pietas nella loro incompiutezza e mancanza di significato, specchio della buona intenzione dell’uomo non realizzata.
G.C.

« Dicono che noi rivoluzionari siamo romantici. Sì, è vero, ma lo siamo in modo diverso, siamo di quelli disposti a dare la vita per quello in cui crediamo. » (Ernesto Che Guevara)

giovedì 7 ottobre 2010

Un mare di guai e una montagna di immondizia


Inutile dire che, al giorno d'oggi, le città italiane hanno ancora problemi per lo smaltimento dei rifiuti.
Alcune regioni vengono ripulite solo nelle città, lasciando nelle province tonnellate di rifiuti che si
accalcano ai margini dei marciapiedi, altre invece come la Campania
durante l'emergenza riufiuti, venne lasciata allo sbaraglio per mesi, per poi risolvere il problema
aprendo cinque discariche abusive non volute dai civili, in un paesino in provincia di Napoli, Chiaiano.
" La camorra ha acquisito il monopolio del traffico dei rifiuti tossici", dice Roberto Saviano al Festival
di Cannes, ed effettivamente è così. E' da trent'anni che le imprese del Centro Italia e del Nord trasportano, grazie a intermediari malavitosi,
le scorie delle loro industrie nelle campagne del Sud, intossicando il territorio e portando la soglia dei possibili tumori all'apice.
Di fatti, la malavita organizzata, considera i rifiuti come un vero e proprio business, forse una delle loro "imprese" più redditizie
e in Campania non vi è impssibile installare termovalorizzatori e inceneritori che non siano già nelle mani
della camorra. Lo stesso vale per quanto riguarda la raccolta differenziata, a Napoli i contenitori differenziati di plastica, vetro e carta
si possono contare sulle dita di una mano e inoltre nessuno ci assicura che i camion destinati al trasporto
differenziato, portino effettivamente il carico negli impianti di riciclaggio. Nelle città italiane vengono prodotti
circa 30 tonnellate di spazzatura, carta, vetro, legname, plastica, e i metalli dovrebbero essere destinati al riciclaggio, il resto dei rifiuti invece dovrebbe essere
riposto in discariche idonee e autorizzate, ma la maggior parte viene smaltita illegalmente.
La cosa più inaccettabile è che molto spesso lo Stato sa, ma non agisce e ciò ci porta a riflettere su un
quesito che viene alla mente da solo: "Ma lo stato, è dalla nostra parte? Oppure possiamo considerarli malavitosi ?", la risposta è dubbia anche se, grazie a dovute intercettazioni
telefoniche, si è scoperto che alcuni politici erano propriamente in affari con camorra e quant'altro, ma purtroppo, non possiamo fare di tutta l'erba un facio, di conseguenza dobbiamo solo lottare,
lottare affinchè questi idividui disonesti vengano arrestati e affinchè termini questa situazione di omertà che oramai dilaga da decenni al Sud.
G.C.


« Dicono che noi rivoluzionari siamo romantici. Sì, è vero, ma lo siamo in modo diverso, siamo di quelli disposti a dare la vita per quello in cui crediamo. » (Ernesto Che Guevara)

domenica 26 settembre 2010


Al nord simboli leghisti a scuola? E’ come al sud credere ancora al Regno delle due Sicilie


Una scuola di Adro, in provincia di Brescia, paesino già noto per interventi contro gli extracomunitari, è stata trasformata in un istituto padano in cui banchi, finestre, zerbini, cartelli e posacenere sono amenamente “abbelliti” dal Sole delle Alpi, noto come il simbolo della Lega Nord. “Un sopruso e un oltraggio, simboli tracciati con intenti secessionisti” scrive il Fatto Quotidiano ed effettivamente, è così. Il sindaco di Adro, Oscar Lancini, già noto come colui che ha tolto la mensa in una scuola ai bambini che non pagavano la retta senza avvertire i genitori, ha eretto l’edificio che ha intitolato “Gianfranco Miglio”, guarda un po’ il caso, defunto ideologo della Lega Nord; “inventore delle tre macroregioni e quindi anche della Padania” direbbe il ministro degli interni Roberto Maroni, tuttavia Lancini ritiene che il simbolo non sia prettamente leghista, ma che rappresenti il paese. Non del tutto corretto, dato che il Sole delle Alpi è stato registrato come marchio dall’Editoriale Nord (casa editrice ufficiale della Lega), quindi proprietà di Umberto Bossi. Dopo 48 ore il sindaco Lancini si contraddice da solo, dicendo che rimuoverà i simboli solo se Bossi lo glielo ordina, dopo che il ministro della pubblica istruzione Maria Stella Gelmini lo aveva invitato alla rimozione, dicendo che la politica non deve entrare nelle scuole.
Tra le altre cose, come già detto, l’edificio prende il nome di Gianfranco Miglio, morto nove anni fa, l’ordinamento prevede che debbano trascorrere almeno 10 anni dopo il decesso prima di poter intitolare ad un defunto una struttura pubblica, vero anche che una circolare ministeriale del 1980 concede eccezioni “quando si tratti di persone che abbiano il benemerito della nazione”, scrive il fatto quotidiano, ma a noi non risulta che il signor Miglio sia caduto in guerra per la nazione o altro, di conseguenza, deduciamo che il primo cittadino Lancini abbia chiesto una deroga al ministro Maroni ottenendola, altrimenti, andrebbe tolto non solo il simbolo dalla scuola, ma anche il nome.
Adro 20 settembre 2010 i 700 simboli restano al loro posto : “il Sole delle Alpi è del 1600 e non si tocca” dice il sindaco Lancini a il Giornale, e anche dopo gli interventi politici, insiste dicendo che i simboli restano. Al Corriere Della Sera, Francesco Cevasco intervista il sindaco chiedendogli se fosse pentito di ciò che ha fatto, risponde dicendo che è stata solo una strumentalizzazione politica per separare il PDL dalla Lega, ma non ci sono riusciti. Prosegue l’intervista con una domanda giustamente fatta da Cevasco, quale effetto può avere quel simbolo sui ragazzi – domanda che tutti ci poniamo – risponde il sindaco dicendo che sono i professori che hanno il dovere di dire ciò che è giusto, non un simbolo. Tenere in una scuola pubblica il simbolo di un partito è assurdo e inammissibile, un ragazzino non può assolutamente avere il timbro della Lega Nord stampato su un banco di scuola ed è ancora più inaccettabile e del tutto preoccupante il fatto che non intervengano e non dicano che quei simboli non devono entrare nelle scuole e che vadano rimossi al più presto. E’ più facile girare la faccia dall’altra parte e far finta che il problema non riguardi loro, così continua l’Italia delle ingiustizie, delle secessioni sociali, delle truffe, delle impunità e dei grandi ladroni.
G.C.

« Dicono che noi rivoluzionari siamo romantici. Sì, è vero, ma lo siamo in modo diverso, siamo di quelli disposti a dare la vita per quello in cui crediamo. » (Ernesto Che Guevara)

venerdì 27 agosto 2010

Napoli, la denuncia di una studentessa del Genovesi: “Bocciata per vendetta dal prof molestatore”
(Non sai mai cosa più capitare dopo le amatissime vacanze estive...Torni e trovi questo! E bene si, è la mia scuola xD)
Bocciata per una vendetta del professore. Lo sostiene una studentessa del liceo classico Genovesi di Napoli, non ammessa all’esame di Stato perché, dice, avrebbe tentato di fotografare con il proprio cellulare l’insegnante mentre toccava gli allievi sui fianchi, sul sedere, nella parte interna delle gambe.
Per questo motivo F. P. è ricorsa prima al Tar e poi al Consiglio di Stato, e ha scritto, insieme al padre, una serie di lettere inviate alla Direzione scolastica regionale ed al ministro Maria Stella Gelmini.
La ragazza, che si è detta “nauseata” dai comportamenti del docente, “ha ingenuamente tentato di fotografare gli eventi con il proprio cellulare, si legge nei ricorsi alla giustizia amministrativa, venendo tuttavia sorpresa dal docente il quale ha evidentemente inteso ‘vendicarsi’ dell’affronto determinando, con la propria indiscutibile influenza ‘morale’ sul restante corpo docenti, la mancata ammissione dell’alunna”.
Secondo la giovane, a determinare la sua bocciatura non sono stati i bassi voti (4 in Scienze ed in Greco, 5 in Italiano e Latino, in Inglese, in Fisica e in Matematica): “altri ragazzi della stessa classe con medie anche inferiori alla sua sono stati graziati, racconta il padre della studentessa, Antonio P., e se per mia figlia il trattamento è stato diverso è solo perché si è trattato di una ritorsione”.
Riguardo al fatto che le accuse siano venute fuori solo all’indomani della bocciatura, il genitore della ragazza spiega: “Mia figlia non mi aveva raccontato nulla. Come gli altri studenti, ha preferito tacere per timore di quel docente. Ha taciuto fino al giorno della bocciatura. Poi non ha retto oltre. Ma dal momento in cui abbiamo raccontato i fatti agli uffici locali del ministero, e persino alla Gelmini, per raccomandata e per posta elettronica certificata, mi chiedo perché le autorità scolastiche non abbiano proceduto, loro, con una denuncia. Perché non hanno preso provvedimenti contro il docente?”. Il ricorso, sostiene l’uomo, “non è finalizzato solo a salvare l’anno scolastico di mia figlia ma a tutelare l’intero corpo studentesco”.



« Dicono che noi rivoluzionari siamo romantici. Sì, è vero, ma lo siamo in modo diverso, siamo di quelli disposti a dare la vita per quello in cui crediamo. » (Ernesto Che Guevara)

giovedì 1 luglio 2010

La Regressione

Stamattina alle 4 e 15 sono stata svegliata da una bomba artigianale posta davanti ad un centro sociale di anarchici che si trova di fronte al mio palazzo...Non ho chiuso occhio per più di un'ora, le mie mani tremavano. Abito al quarto piano e all'esplosione la stanza dei miei genitori si è illuminata, prima un scoppio lieve poi uno fortissimo che ha terrorizzato l'intero quartiere. All'esplosione una macchina stava prendendo fuoco. . .Estremisti? Camorra? La regressione continua....
G.C.