lunedì 25 ottobre 2010

"Inferiori" in tutto

Gente di " Provincia "

La città antica nasce con l’agricoltura, anche se al giorno d’oggi vediamo la zona agricola e quella urbana nettamente contrapposte. Nel corso della storia si è sviluppata la civiltà (politica, civile e urbana termini che attribuiscono alle città la testimonianza del rango superiore rispetto alle campagne) che ha contribuito alla nascita di cultura e comunità formando talvolta delle megalopoli. “Negli ultimi decenni ci siamo trovati a fare i conti nelle città europee con il traffico automobilistico, il degrado e la manomissione dei Centri storici” si legge su Città e Dintorni di L. Malerba ed effettivamente è così. Con il XX secolo abbiamo dovuto fare i conti con l’urbanesimo che ha prodotto fenomeni di gigantismo umano che spesso, hanno compromesso la qualità della vita, incrementando il degrado urbano, l’inquinamento, criminalità e migrazioni. “All’inizio del XX secolo le città europee sono delle città socialmente settorializzate, esclusivamente su basi qualitative: quartieri di lusso e quartieri operai/poveri” scrive P. Gorge nell’Encliclopedia delle scienze sociali e anche oggi, ma non sempre, possiamo dire che non è cambiato nulla. Spesso nell’area urbana risiedono persone di cultura che possono permettersi il carovita della città, lasciando la periferia della zona urbana, spesso povera e degradata, alle persone meno abbienti. La periferia è “altro dalla città”; “incompiutezza, disordine, irriconoscibilità, bruttezza” la definisce F. Perego in effetti, la periferia tutt’ora è considerata quasi come estranea alla città, è una parte non importate che spesso non viene apprezzata, ma anch’essa come la zona urbana è un luogo di vita per molte persone. Ciò che invece ritiene Piano è molto interessante. Dice che se non si inizia a riqualificare la città, ma soprattutto la periferia, alle nuove generazioni lasceremo un anarchia sociale allo sbando, inoltre aggiunge che ogni angolo di territorio urbano che torna a vivere è anche un’opportunità economica per tutti, a cominciare dagli architetti e se davvero riuscissimo a far funzionare ogni luogo si potrebbe evitare il 30% della disoccupazione giovanile. P. Portoghesi invece su “La riqualificazione delle città in Europa” sostiene che nel bene o nel male dobbiamo vedere anche gli aspetti positivi delle periferie perché in un modo o nell’altro siamo stati noi ad averle costruite e dovremmo guardarle con pietas nella loro incompiutezza e mancanza di significato, specchio della buona intenzione dell’uomo non realizzata.
G.C.

« Dicono che noi rivoluzionari siamo romantici. Sì, è vero, ma lo siamo in modo diverso, siamo di quelli disposti a dare la vita per quello in cui crediamo. » (Ernesto Che Guevara)

giovedì 7 ottobre 2010

Un mare di guai e una montagna di immondizia


Inutile dire che, al giorno d'oggi, le città italiane hanno ancora problemi per lo smaltimento dei rifiuti.
Alcune regioni vengono ripulite solo nelle città, lasciando nelle province tonnellate di rifiuti che si
accalcano ai margini dei marciapiedi, altre invece come la Campania
durante l'emergenza riufiuti, venne lasciata allo sbaraglio per mesi, per poi risolvere il problema
aprendo cinque discariche abusive non volute dai civili, in un paesino in provincia di Napoli, Chiaiano.
" La camorra ha acquisito il monopolio del traffico dei rifiuti tossici", dice Roberto Saviano al Festival
di Cannes, ed effettivamente è così. E' da trent'anni che le imprese del Centro Italia e del Nord trasportano, grazie a intermediari malavitosi,
le scorie delle loro industrie nelle campagne del Sud, intossicando il territorio e portando la soglia dei possibili tumori all'apice.
Di fatti, la malavita organizzata, considera i rifiuti come un vero e proprio business, forse una delle loro "imprese" più redditizie
e in Campania non vi è impssibile installare termovalorizzatori e inceneritori che non siano già nelle mani
della camorra. Lo stesso vale per quanto riguarda la raccolta differenziata, a Napoli i contenitori differenziati di plastica, vetro e carta
si possono contare sulle dita di una mano e inoltre nessuno ci assicura che i camion destinati al trasporto
differenziato, portino effettivamente il carico negli impianti di riciclaggio. Nelle città italiane vengono prodotti
circa 30 tonnellate di spazzatura, carta, vetro, legname, plastica, e i metalli dovrebbero essere destinati al riciclaggio, il resto dei rifiuti invece dovrebbe essere
riposto in discariche idonee e autorizzate, ma la maggior parte viene smaltita illegalmente.
La cosa più inaccettabile è che molto spesso lo Stato sa, ma non agisce e ciò ci porta a riflettere su un
quesito che viene alla mente da solo: "Ma lo stato, è dalla nostra parte? Oppure possiamo considerarli malavitosi ?", la risposta è dubbia anche se, grazie a dovute intercettazioni
telefoniche, si è scoperto che alcuni politici erano propriamente in affari con camorra e quant'altro, ma purtroppo, non possiamo fare di tutta l'erba un facio, di conseguenza dobbiamo solo lottare,
lottare affinchè questi idividui disonesti vengano arrestati e affinchè termini questa situazione di omertà che oramai dilaga da decenni al Sud.
G.C.


« Dicono che noi rivoluzionari siamo romantici. Sì, è vero, ma lo siamo in modo diverso, siamo di quelli disposti a dare la vita per quello in cui crediamo. » (Ernesto Che Guevara)